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Grillo, il Governo sta dalla parte dei farmacisti

Farmacia Redazione DottNet | 08/12/2018 13:48

Federfarma, bene la norma che dà il 51% delle farmacie agli iscritti all'albo

"Il principio per cui nelle farmacie italiane il 51% del capitale di gestione dev'essere rappresentato da farmacisti iscritti all'albo è per me fondamentale: si tratta di un argine al rischio di strapotere delle società di capitale internazionali che possono fare piazza pulita delle piccole farmacie. Il governo sta dalla parte dei farmacisti". Lo afferma su Fb il ministro della Salute, Giulia Grillo, in merito al sub emendamento sulla questione alla legge di bilancio che è stato espunto dal testo. "Quella norma - sottolinea Grillo - serve a impedire la svendita delle nostre farmacie alle catene che pagano le tasse all'estero, chissà dove, e la distruzione del lavoro dei farmacisti che sono professionisti sanitari e dunque rappresentano per tutti i cittadini, soprattutto nei piccoli centri, le sentinelle e spesso il primo punto di riferimento sanitario. Difendo i nostri farmacisti che lavorano e pagano le tasse in Italia. Il governo sta dalla loro parte, il Partito democratico - rileva - evidentemente no, visto l'atteggiamento che sta avendo in Parlamento e il regalo fatto proprio dal governo Gentiloni alle lobby internazionali".  "Auspico che, nel pieno rispetto del dibattito parlamentare - conclude il ministro - la norma sia approvata, nonostante le resistenze del partito che ha governato questo Paese in modo disastroso in questi ultimi cinque anni".

"Federfarma condivide pienamente le ragioni espresse dal ministro della Salute Giulia Grillo in favore di una norma che garantisca che nelle società di capitali proprietarie di farmacie il 51% della compagine sociale sia costituito da farmacisti iscritti all'Albo". Lo afferma in un comunicato la federazione delle farmacie convenzionate, dopo che un emendamento in questo senso è stato espunto dalla manovra.  "Questo indipendentemente da dinamiche politiche estranee al sindacato - si legge nel comunicato -. Federfarma ha sempre sostenuto che riservare la maggioranza del 51% ai farmacisti assicura alla farmacia un'indipendenza professionale che altrimenti sarebbe a rischio ed evita lo sviluppo di un servizio farmaceutico a due velocità, più efficiente nelle zone redditualmente più ricche. Anche per le società tra altri professionisti esistono vincoli, addirittura più stringenti.  D'altro canto, la presenza di investitori, purché limitata al 49%, rappresenta un elemento positivo di equilibrio in quanto può agevolare l'accesso all'esercizio della professione in farmacia da parte di tanti giovani laureati, che non hanno proprie capacità economiche di investimento".

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 Ad oggi, sottolinea la nota, la vendita delle farmacie alle società di capitali è stata marginale e conseguente alle difficoltà create nel settore dai tagli negli ultimi anni. "Non è svendendo le farmacie al capitale che si risolvono i problemi di sostenibilità. È invece necessario garantire il sereno svolgimento del servizio farmaceutico sia nei piccoli che nei grandi centri. Le farmacie, malgrado la crisi economica, hanno sostenuto negli anni l'occupazione - come dimostrano gli ultimi dati del Bilancio sociale dell'Utifar - nella piena consapevolezza che i farmacisti collaboratori sono il patrimonio della farmacia"

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